sabato 12 ottobre 2013

Il suo quattordicesimo compleanno, il compleanno

Esperienza raccontatami da una mia amica, io sarò il camionista lei interpreterà se stessa.

Era il 1985, quegli anni 80’ italiani particolari, erano gli anni dello yuppismo paninaro ostentato in programmetti come Drive In, in cui vennero gettate le basi del dominio berlusconiano nel celo di Milano ed ahimè anche quello italiano. Le donne vennero spogliate per essere mercificate provocando pruriti nascosti da parte di quei mariti che si eccitavano nel vedere Carmen Russo o la troia televisiva di turno.

Stati Liquidi

Faccio lo Chef con una buona visibilità e riconoscibilità, quindi sono sempre a contatto con persone di ogni estrazione culturale, economica, religiosa, un parterre di diversità che rendono unica la crescita mentale. Gli odori sono le mie esplosioni irridescenti, mi lascio trasportare nello spazio scuro, la mia mente mi bombarda di energia solare, immagini, colori, esplosioni nucleari, chi mi conosce guardandomi sa che entro nella trance creativa, i miei occhi sono vetro, lucidi, le mie pupille si scuotono, ondeggiano, osservo l’inesistente, per me è lì, lo posso toccare con un guanto sensoriale, per gli altri no, sorridono rispettosi nell’attesa di essere meravigliati dalle forme che si materializzano nel piatto.

giovedì 10 ottobre 2013

Il primo inconro con Agata

Agata è una bimba (maggiorenne) della provincia di Milano (potete trovare alcune sue foto nelle mie gallerie). Le passioni di Agata sono 3: i vestiti, l'ingoio e lo sballo (che raggiunge tramite l'abuso di alcool e droghe, leggere e pesanti). Purtroppo (o per fortuna!) Agata non dispone di molti soldi, e quindi inventa sempre nuovi espedienti per procurarsene..

mercoledì 9 ottobre 2013

Fragole e Sangue

Eravamo affamati di vita, di esperienze, io provenivo dalla mia storia con M., anzi ancora non l’avevo chiusa pur sapendo che mi sarei pentito, lei A., una ragazza imbastardita nel sangue, un crocevia di razze, inglese, olandese, italiana, veniva dal centro Italia. Ci siamo conosciuti in un corso di studi nella mia città, lei inizialmente mi passò sotto i piedi oppure sopra la testa, non mi ero mai accorto della sua presenza, o per intenderci, mi era simpatica e si chiacchierava ma mai avrei pensato di buttare al vento la mia esperienza viva fino a quel momento.

sabato 5 ottobre 2013

Dominato 2a parte

Non pensavo che lo avrei mai rifatto, e invece è successo. Sono andato di nuovo da lui, due settimane dopo il nostro primo breve ma intenso incontro. Una serata noiosa in casa, niente alla tv, voglia di masturbarmi. In chat riconosco il suo nickname, lo contatto, mi riconosce, mi dice di andare da lui, che sua moglie ha il turno di notte in ospedale e questa volta possiamo avere più tempo. Rifletto mentre il cursore lampeggia.
- Lo so che hai pensato e ripensato al mio cazzo dentro di te, smettila di far finta di avere dubbi. -

Visita andrologica

Sono arrivati i 35 anni e arriva il momento di sperimentare la mia prima visita andrologica. La cosa mi fa sentire più vecchio di quanto so di essere, ma è solo una visita, è consigliata, può prevenire problemi importanti... ok facciamola.

Entro nel laboratorio, il dottore che mi accoglie è sui 55 anni, tranquillo, sa mettermi a mio agio con gentilezza nonostante le domande invasive che mi deve porre, seguendo il suo questionario.

venerdì 4 ottobre 2013

FINALMENTE P

Finalmente lo avrei incontrato, non riuscivo a pensare ad altro mentre lo vedevo li a pochi passi da me, avrei potuto incrociare i suoi occhi sfiorare le sue mani, ma soprattutto sentire la scossa elettrica che mi avrebbe attraversato il corpo quando la sua lingua avrebbe cominciato a leccarmi tutta la passerina, stuzzicarmi il clitoride in attesa di esser inondata dai miei umori. Queste voglie nei mesi di cam avevano preso il sopravvento su di noi, ed adesso finalmente l uno davanti l altro sapevamo che non le avremmo deluse. Salgo in macchina, ho voglia di saltargli addosso,di succhiargli il cazzo fino a succhiargli anche l anima,ho voglia di sentirlo dentro di me,TUTTO! D'altra parte la mia inesperienza mi frena,ho paura di non piacere e quasi ad avermi letto dentro in quei pochi istanti,ferma la macchina ed ancora prima che io potessi realizzare,mi da il via....La sua lingua gioca con la mia, sono perfettamente in sintonia. Il mio corpo risponde. Inizio a bagnarmi, continua a baciarmi,le mie mutandine sono ormai fradice,ho ufficialmente voglia del suo cazzo. Si stacca con mio dispiacere, ma capisco presto che rivolge le sue attenzioni più in basso. Scosta le mutandine,inclino la testa all' indietro come in preda al più atteso dei piaceri che non tarda ad arrivare. I sedili posteriori diventano il nostro rifugio,rifugio dei corpi che si cercano,che si trovano,delle lingue che iniziano a giocare con i rispettivi sessi. Non riuscivo neanche a sentir bene il piacere della sul lingua che giocava avidamente con il mio clitoride per quanto fossi concentrata sul suo cazzo,volevo che godesse come non mai,volevo farlo esplodere e far mio il suo sapore. Non sono apertissima ma neppure una verginella. Sento il suo dito che si fa strada in me,che mi esplora,socchiudo gli occhi mi godo la sensazione. Lui spinge quel dito e mi fa tremare come una vergine al primo ditalino. La sua cappella spinge all'entrata della mia fica ormai bagnata dai i miei umori e dalla sua lingua. La sento cedere sotto quella lieve pressione. Il suo cazzo inizia a farsi strada,vedo le labbra della mia fica abbracciarlo avidamente. Inizio ad inarcare il bacino per poterlo prendere fino in fondo,ed ad ogni movimento lascio delle strie bianche sul suo cazzo sempre più gonfio. Vogliamo provare una cosa nuova. Il suo dito inizia a masturbarmi il buchetto,quel buco che poco dopo risucchia e stringe forte il suo cazzo. Lui è sorpreso ma scivola fino in fondo fissandomi negli occhi per scrutare ogni mia espressione di piacere e godimento. Mi esplode lì dentro. Sento i suoi schizzi caldi riempirmi il culo ed un'altra scossa elettrica mi attraversa il corpo e la mente. Di tutto quel che è successo dopo ho ricordi molto confusi la voglia aveva preso il sopravvento e pensavo solo a godere mentre le sue mani scoprivano il mio corpo, mentre la sua lingua giocava con i miei capezzoli,mentre la sua sborra gli inondava la pancia. Ora sono a casa mi sdraio sul letto,sono sola qui,sedotta ed abbandonata. Non penso a niente,mentre l'ultima goccia della sua sborra cola fuori dal mio culo,e mi chiedo se sarà l'ultima per sempre.

giovedì 3 ottobre 2013

Pelorosso 3

Sono andato in ufficio con gli stessi abiti che avevo alla sera, senza passare da casa a cambiarmi, per una volta un poco più informale......
Abbiamo cenato assieme quasi ogni giorno senza rinunciare ai nostri soliti impegni: io la palestra due volte a settimana, lui i suoi giri sui roller..... abbiamo dormito molto poco ma entrambi ci sentiamo pieni di energie. Ho fatto anch'io gli “onori di casa” la prima volta che è stato da me, ormai ci sono vestiti di entrambi a casa dell'altro. Ho una grandissima attrazione per Gianluca, fisica e mentale, riesce a stupirmi, lo adoro. Due giorni fa eravamo a casa mia sul divano coricati in senso opposto ognuno con la schiena appoggiata ad uno dei braccioli, entrambi impegnati a leggere: io un libro, lui appunti di lavoro. Ho iniziato a stuzzicargli i piedi, mi ha scacciato ridendo dicendo che era impegnato; non ho smesso, gli ho tolto una calza ed ho iniziato a mordergli il piede. Nulla mi schifa di lui: ogni singolo centimetro di pelle “è” Gianluca, è “tutto” mio. A volte mi guarda un po' perplesso, io sono più disinibito di lui. Gli ho morsicato il piede ed ogni singolo dito facendogli solletico. Ha smesso di leggere..... L'ho spogliato toccato baciato leccato. Ha fatto altrettanto con me. L'ho fatto inginocchiare sul divano con la schiena verso il vuoto e mi sono seduto a terra per giocare con il suo culo con le dita e la lingua. Due dita di una mano poi anche uno dell'altra ed anche un secondo. Gemeva, godeva mentre lo dilatavo e gli leccavo la schiena. Mi sono alzato ed anche se in posizione un po' scomoda con le gambe semi piegate sono entrato in lui spingendo ancora anche quando il mio pube era a contatto del suo buco poi tutto fuori ed ancora tutto dentro alcune volte spingendo forte. L'ho fatto girare e gli ho infilato il cazzo in bocca e mentre lui mi succhiava dolcemente gli accarezzavo la testa e le guance facendo scorrere le dita sulla barba che si è lasciato crescere e che lo rende ancora più maschio. Poi di colpo mi sono staccato e l'ho baciato tirandolo sul tappeto per iniziare un bel 69 con le dita che si intrufolano tra le natiche per darci il massimo del piacere possibile. Abbiamo goduto ognuno nella bocca dell'altro ed io ho continuato a succhiarlo cercando di ingoiare tutto il suo cazzone ma faccio fatica per le dimensioni. Lascia che io conduca il gioco, dice che trova eccitante che mi prenda cura di lui in questo modo. Non ho dato il tempo che gli diventasse mollo e mi sono impalato sul quel bel cazzo rosa chiaro, le

mani nelle mani, ho piegato le braccia per avere le sue vicino alla mia faccia e gli ho baciato il dorso di entrambe tenendo le dita incrociate. “ti amo” “lo so.... idem” , gli occhi negli occhi. Ho iniziato a cavalcarlo appoggiando le mie mani sulle mie cosce, mi ha pizzicato i capezzoli e mi ha tirato un po' i peli del petto; ho aumentato il ritmo più che ho potuto poi si è messo a sedere e mi ha baciato “fai con calma, voglio godere in te” ho contratto ritmicamente lo sfintere e lui gli addominali per continuare a sentire il suo cazzo muoversi dentro di me mentre le bocche si sono mangiate a vicenda. Mi ha spinto indietro e da coricato sulla schiena ho appoggiato le caviglie sulle sue spalle ed ha iniziato a scoparmi con forza, in equilibrio con le braccia e le gambe tese per entrarmi dentro ogni volta con tutto il peso del suo corpo. Ho perso il senso del tempo. Quando riaprivo gli occhi vedevo il suo viso rosso dallo sforzo e dal piacere, i peli del suo petto bagnati dal sudore ed i muscoli tesi fino a quando è esploso in me con un grugnito liberatorio cadendomi addosso. Ho stretto le gambe attorno alla sua vita per tenerlo in me mentre il respiro tornava tranquillo. Gli ho preso il viso tra le mani e l'ho baciato. È rimasto coricato su di me per qualche minuto, gli baciavo l'orecchio. Gli ho sussurrato “ancora, scopami ancora” ha sorriso sapendo quanto mi piaccia farmi aprire da lui. Ho raccolto le gambe su di me ed ha giocato con il mio culo usando le dita di entrambe le mani facendomi tornare il cazzo durissimo. Anche il suo è tornato duro ed è entrato ancora in me muovendosi lentamente mentre mi segava. Abbiamo sborrato quasi all'unisono io sulla mia pancia ed imbrattandogli la mano, lui ancora dentro di me. Ci siamo rialzati con un po' di sforzo, una doccia assieme lavandoci a vicenda e poi a letto, stretti, uno sull'altro quasi fusi in un unico corpo. Al mattino quando mi sono svegliato era già uscito, fa spesso così: deve passare da casa per cambiarsi e prepararsi con calma...è abitudinario...che posso farci??? su un post-it attaccato alla caffettiera già pronta da accendere mi ha scritto una poesia. Ho pianto in silenzio fino a quando l'emozione non è totalmente uscita da me attraverso le lacrime per lasciare spazio ad un sorriso che non penso possa più spegnersi. Come posso non restare stupito da questo animo nobile chiuso in un metodico ingegnere?
Ti vorrei ora vicino a me,
stringerti dolcemente e sentirti mio,
sentire il tuo cuore che batte contro il mio,
il tuo respiro dolce tra noi.
Sentire il leggero tocco delle tue mani su di me,
il tuo abbraccio forte che mi rende sicuro,
le tue labbra unite alle mie.
Sentire tutto il tuo amore per me,
e farti provare quell’infinito desiderio di renderti felice
che continua a crescere forte in me.
E averti tutto per me, per sempre tutto per me
addormentarmi sempre stretto a te
per sempre felice nella gioia unica del nostro amore.
Non lasciarmi mai . . .

Pelorosso 2

Gianluca aveva parcheggiato sotto casa e con la borsa del w-e si era avvicinato al mio finestrino “vuoi salire?” mi aveva chiesto, ma era davvero già molto tardi ed una settimana di lavoro stava per iniziare per entrambi e fui costretto a declinare l'invito. Entrai in casa mia con la sensazione di non essere più solo al mondo, di essere parte di qualcosa...dormii pochissimo quella notte. Mentre facevo colazione il lunedì mattina sul mio cellulare squillò un messaggio “Buongiorno”; sì, mi sono sentito veramente felice.

Pelorosso 1

La mia amica Francesca farebbe di tutto per vedermi felice, ed io per lei la stessa cosa.
Sara' che ci conosciamo da tanti anni, sara' che la pensiamo sempre nella stessa maniera, sara' che lei si chiama Francesca ed io Francesco e che abbiamo un'affinita' elettiva…
Lo scorso fine settimana ha invitato alcuni amici nella sua casa di campagna, poco fuori citta' anche se sperduta sulla cima di una collina e con un giardino, un ex giardino, ormai una giungla che la isola totalmente.
Mi aveva detto di non mancare per nessun motivo perche' aveva una sorpresa per me 'sai che ti voglio bene…' la cosa mi stuzzicava ma ero un po' titubante, a volte e' un po' pazza…
Fatto sta che arrivo venerdi' sera direttamente dall'ufficio con la borsa in auto con tutto il necessario per il week-end. Ci sono tre auto nel cortile davanti casa, una non l'ho mai vista, non e' dei nostri soliti amici.
Sento vociare sul retro, in quello che resta del bellissimo giardino che i suoi nonni tenevano molto curato.
La tavola e' gia' pronta, ci sono candele accese in giro ovunque anche se c'e' ancora il sole ed un gruppo di pazzi s**tenati che si bagnano con la canna dell'acqua e scherzano come dei ragazzini anche se abbiamo tutti superato i trentacinque anni… ma a casa di Francesca si lasciano i pensieri fuori dal cancello: e' questo il fascino di questa grande casa piena di stanze e scale e ricordi.
In pochi istanti sono gia' bagnato da capo a piedi, giacca e cravatta comprese e li vorrei uccidere tutti subito i miei migliori amici… mentre mi spoglio restando in boxer il mio sguardo viene rapito da quello che deve essere il proprietario dell'auto sconosciuta che mi si avvicina e si presenta: Gianluca e' bello da togliere il fiato, almeno per i miei gusti, senza dubbio e' lui la sorpresa che mi ha preparato Francesca.
Il viso di Gianluca non e' certo da modello, gli darei al massimo un sette nella scala da zero a dieci ma il corpo arriva tranquillamente a quindici se non di piu': carnagione chiarissima, capelli corti biondo rosso ed un spesso strato di pelo rosso che lo ricopre completamente: un maschio stupendo, voce bassa, stretta di mano decisa mentre ci presentiamo ed un sorriso quasi timido.
Francesca conosce bene i miei gusti… un maschio perfetto non di quelli con le sopracciglia rifatte, depilati, abbronzatissimi e sempre unti come delle seppie pronte per la frittura… Gianluca e' perfetto.
Spero di non avere un'erezione proprio ora che sono in mutande e bagnato… Immediatamente gli propongo il mio sorriso migliore e
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divento piu' chiacchierone del solito.
Francesca mi osserva da lontano e ci scambiamo un'occhiata complice. Come faro' a ringraziarla? Gianluca sale in camera con me, dice che Francesca ci ha sistemati in quella che era la sua cameretta mentre tutti gli altri continuano a bagnarsi ed a scherzare in giardino.
Sistemo la mia borsa e gioco subito la carta del disinvolto spogliandomi dei boxer bagnati ed andando in bagno per una doccia.
Continuiamo a parlare mentre e' il turno della doccia per Gianluca che mi fa vedere pero' solo le sue natiche mentre si cambia che sono bianchissime e lisce, che affascinante bizzarria questa: pelosissimo ma praticamente glabro sul culo!
Scopro cosi' che e' un collega di Francesca, che ha trentasei anni e da uno vive da solo in un piccolo appartamento in citta' dove si e' trasferito dalla provincia… ecco perche' non l'ho mai visto prima.
La cena e' sempre uno spettacolo di colori, sapori e profumi.
Ridiamo molto, beviamo anche molto vino rosso.
Il mio sguardo si incrocia spesso con quello di Gianluca e ad un certo punto con una scusa entro in cucina per aiutare Francesca e farmi dare delle spiegazioni.
Il suo collega e' un bravo ragazzo con il quale pranza quasi ogni giorno e dopo un po' di tempo le ha detto che cerca un fidanzato, proprio cosi', senza mezze parole ma semplicemente abbassando il tono di voce d'obbligo nei momenti di 'confidenze'.
Lei ha pensato a me.
Le saro' eternamente grato. Tutti insieme sparecchiamo la tavola che e' quasi l'una di notte, Gianluca e' diventato molto rosso in viso, penso sia il vino ma scopro che e' stato il sole del pomeriggio al quale non e' abituato.
Sono le due di notte quando andiamo a dormire: sono rilassato, il vino fa sempre un buon effetto in questi casi, e mi spoglio completamente. Gianluca anche, mettendo in mostra un cazzo grosso, spesso e con il pube foltissimo di pelo rosso che mi eccita da impazzire.
E' davvero un bellissimo maschio, non solo di corpo ma anche di testa. Lo guardo e faccio una battuta scema sul suo colore aragosta causato dal sole mentre gli prendo dalle mani il flacone di crema ed inizio a spalmagliela sulle spalle, sul collo e poi passo al petto ed i nostri sguardi diventano seri mentre un sorriso un po' ebete si imprime sui nostri visi.
Le mie mani scendono, lo toccano ovunque, fino ai piedi; lui ricambia accarezzandomi la testa e le spalle.
Quando mi rimetto in piedi lo bacio, ricambia con decisone e sorride.
Siamo sul tetto e lo lecco, accarezzo il suo pelo, mi piace tantissimo. Lui ricambia. Dice che gli piacciono i miei peli scuri ed il corpo muscoloso.
Continuo a baciarlo, a leccarlo… si gira e si mette subito a pecora: capisco cosa vuole e sono d'accordissimo.
Gli slinguo il buco e gli mangio le natiche, infilo un dito, due, tre e lo scopo con quelle.
Gode.
Tanto.
Lo masturbo mentre gli allargo il buco e poi appoggio il mio cazzo ed entro, subito, di colpo fino in fondo.
Sospira, gode.
Lo cavalco a lungo a pelle. Mi sborra in mano e gli faccio leccare tutto.
Esegue senza opporsi. Lo faccio mettere in ginocchio mentre continuo a pomparlo e gli infilo la lingua in bocca facendogli girare il collo e le nostre lingue si scambiamo la sua sborra, sento il suo sapore, mi piace.
Si muove su e giu' per farmi entrare fino in fondo, gode tanto. Gli strizzo i capezzoli, si lamenta perche' la pelle scotta per il sole.
Faccio piu' adagio. Lo lecco. Lo masturbo ancora e gli strizzo i coglioni, e' sempre in tiro e sborra di nuovo e con le contrazioni del suo culo sborro anch'io.
Mi vuole dentro di lui, non esco.
Gli accarezzo il petto sudato, la pancia, torno a massaggiargli il cazzo che e' ancora barzotto; gioco con i peli del pube: sono foltissimi, mi piacciono tanto.
Stringe ritmicamente la natiche ed il mio cazzo torna duro.
Vogliamo godere ancora.
Esco da lui che si corica sulla schiena ed allarga le gambe per farmi entra di nuovo.
Mi appoggio sulle braccia per spingere con piu' forza in mio cazzo nel suo culo che si apre bene, ci guardiamo fissi negli occhi e le nostre lingue esplorano la faccia, il naso, le orecchie.
Sborro di nuovo mentre lo sego con forza strizzandogli letteralmente il cazzo e mentre vengo lui spara in aria altri tre schizzi che ricadono sulla sua pancia.
Gli spalmo la sborra tra i peli, mi eccita tanto questa cosa e poi mi corico su di lui per mescolare i nostri sudori ed i nostri umori e ci addormentiamo abbracciati.
Il sabato e la domenica ci vedono parte del gruppo per tutto il giorno ma la notte e' solo nostra. Domenica sera lo seguo con l'auto cosi' vedo dove abita.
E' una strada che percorrero' molto spesso, ne sono certo, ne siamo certi.

mercoledì 2 ottobre 2013

RESOCONTO

RESOCONTO di un AVVENTURA

ok
allora ti racconto una cosa che mi è capitata tempo fa.

Ero ospite per il fine settimana di un master a Bolzano.

Al arrivo sono stato logicamente spogliato e privato delle mie cose.
Uniche cose che mi avevano lasciato erano le scarpe visto che la villetta dove eravamo aveva un piccolo parco con giardino e il tutto si è svolto spesso al aperto, mi venne anche messo un grosso collare dove nel pomeriggio le mie mani già fornite di polsiere vennero agganciate agli anelli che aveva il collare, in modo che proprio non potevo interagire in nessun modo.

Sesso in terra straniera

Perso in un hutong di Pechino. Per carità! Bellissimi, strani, divertenti. Ma basta svoltare in una viuzza meno affollata e rumorosa e ti ritrovi in fanghiglia e muri sporchi. Eppure ha un suo fascino questa città che cambia sempre e si sviluppa fagocitando poveri e pezzenti senza alcuna pietà. Lorenzo passeggiava tra questi vicoletti. Ormai la cartina era stata gettata nel primo cestino di Pechino: assolutamente inutile comprendere quei caratteri microscopici e pretendere di trovarli sui cartelli stradali. Sapeva già cosa avrebbe trovato nella zona dei laghi: musica assordante, locali di dubbio gusto, birra, rumore e gente. Tanta gente. Gente ovunque. Ma avrebbe anche trovato lei.
Che pazza idea darsi appuntamento tramite xhamster a Pechino. Nonostante varie occasioni, mai si erano incontrati in Italia. Forse perchè erano in un posto dove nessuno li avrebbe mai riconosciuti, o forse perchè si tratta di una meta esotica. O forse perchè Pechino è come Disneyland: esiste, ma non è vera. E in un posto che esiste ma non c'è, puoi permetterti di fare tutto. Anche essere chi vorresti essere e non sei. Sabrina era a Pechino per lavoro, e anche Lorenzo. Una occasione incredibile. Sapevano come incontrarsi e dove. Un luogo appartato, esotico, dal ritmo lento come solo l'Oriente estremo può esserlo. Era bellissima. Vestita con un completo nero, fasciante. Un capolavoro della natura. Una signorilità di portamento che in Cina molte ragazze dovrebbero prendere come esempio. 
Si abbracciarono, stringendosi lentamente e dolcemente. NOn si erano mai conosciuti fisicamente, ma sapevano tutto di loro, dei loro corpi, del loro desiderio reciproco. Respiravano i profumi dell'altro. Profumi nuovi e sconosciuti, ma famigliari, perchè famigliari erano i loro visi e il loro mondo erotico. Camminarono insieme, mano nella mano come fidanzatini. Videro cose e persone, si sedettero in luoghi nuovi, camminarono. Poi si fermarono e si guardarono negli occhi. Si baciarono. Il traffico viaggiava veloce e indifferente, mentre Sabrina e Lorenzo si baciavano. Salirono gli scalini del piccolo hotel, ed entrarono nella stanza. Silenziosa, pulitissima. Si baciarono di nuovo. Lungamente. Volevano gustare il sapore della bocca altrui.
Lorenzo mise la mani sui seni di Sabrina. Strinse la stoffa sentendo la morbidezza che a breve avrebbe succhiato. Sabrina continuava a baciare il viso dell'uomo, come a verificarne ogni centimetro della pelle, della barba, del naso. Poi si scostò. Aprì la cerniera del vestito e lo sfilò. Osservò gli occhi lucidi di lui, che la desiderava. Sapeva che l'avrebbe scopata e il pensiero la fece eccitare. Si immaginava quel pene che tanto spesso avrebbe voluto toccare, gonfiarsi al desiderio, stretto nei pantaloni. Fece cadere il reggiseno. Immaginò lo stato d'animo di Lorenzo, che la osservava come fosse una musa discesa nel suo letto. Tolse le scarpe e le calze. Lorenzo la desiderava nuda, senza stoffe o altro che la dividesse dal suo desiderio. Caddero infine anche gli slip, già bagnati di umore femminile. Era totalmente nuda. Si lasciò osservare. Si sdraiò sul letto incominciando a toccarsi a gambe aperte. Immaginava gli occhi di lui che trasmettevano alla mente voglia ed eccitazione. Cosa doveva fare? Voleva penetrarla, e penetrarla, e ancora penetrarla. Ma nel contempo voleva vederla masturbarsi, vedere il suo dito indice muoversi sul clitoride ritmicamente, vedere le sue dita scomparire nella fessura del piacere e dell'orgasmo. Sabrina mosse le dita più velocemente. Il suo sesso era bagnato e turgido, le labbra vaginali dilatate e gonfie di voglia. Si sentiva gatta e tigre. Inarcò la schiena. L'orgasmo fu breve ed intenso. Calore improvviso e corpo senza resistenza e forza. Voglia di essere posseduta corporalmente e mentalmente, di essere penetrata, di sentirsi donna, di sentirsi protetta e completa.
Si alzò dal letto. Avvicinatasi a Lorenzo, Sabrina lo spogliò. Il suo membro era potentemente duro ed eccitato. Gonfio da esplodere. Il viso rosso di desiderio carnale. Si inginocchiò davanti al sesso di lui. Mise il suo viso a poca distanza, senza toccarlo. Il naso sfiorava la pelle turgida dell'asta. Lo baciò. Finalmente. Lo baciò. Dopo tanti mesi di sogni e desideri, stava baciando la pelle di quel membro che voleva dentro il suo corpo. Lo prese con una mano. Lorenzo amava quando una donna gli prendeva il pene con una mano. Spesso si chiedeva cosa provasse a sentire quell'asta dura tra le mani gentili e delicate. Sabrina aprì la bocca. Iniziò a succhiarlo, lentamente, il più profondamente possibile. Lorenzo sentiva la punta del pene provocatoriamente succhiata dalla bocca di lei. Immaginava fosse la sua vagina, dolce, profumata, bagnata, morbida. Sabrina alternava le succhiate a leccate profonde, con la lingua aperta, lungo tutta l'asta e sui testicoli. E poi riprendeva a succhiare l'asta intera, andando su e giù col viso angelico e depravato, giocando con i testicoli ed accarezzandoli. Lorenzo venne. Era impossibile non venire in quelle condizioni. Copioso sperma si spandeva per tutta la superficie della mandibola, colando a terra, mentre il resto se lo ingoiava la ragazza, ebbra di sesso e di voglia.
Lorenzo fece sdraiare Sabrina. La strinse tra le sue braccia, baciandole i capelli e accarezzandole il bellissimo seno. Iniziò a succhiare un capezzolo. Come era bello succhiare i capezzoli di Sabrina. Erano diventati così gonfi e duri. Era bello sentirli immobilizzati tra le labbra mentre la punta della lingua ne sfiorava di continuo la superficie. Affondare le dita nella morbidezza del suo corpo, sentendolo così eroticamente vivo, pulsare di sesso e di voglia di essere penetrata. Fece scivolare la mano tra le gambe della ragazza e iniziò a masturbarla con le sottili e delicate dita. Era bello aumentare e diminuire il ritmo del tocco, sentendo la pelle del sesso diventare bagnata e scivolosa. Le dita entrarono dentro il sesso di Sabrina, bagnatissimo. Sgusciarono dentro allargando le labbra fradicie e gonfie. Sabrina era una donna calda, bollente. Strofinava il suo pube depilato sulla mano dell'uomo per aumentare il piacere, inarcando il petto facile preda della bocca di Lorenzo. Si sentivano profumi ed odori misti: il sesso di lei emanava una fragranza dolciastra ed intensa, che eccitava i sensi. Il sudore dell'amplesso si mischiava con l'odore degli hutong di Pechino. Sabrina e Lorenzo univano i loro corpi in quella città dove tutto è sporco e tutto è grazia.
Sabrina si sdraiò a gambe bene aperte. Lorenzo si sdraiò sopra quel corpo tanto sognato e tanto desiderato. Si sentì abbracciare e stringere, mentre il suo duro membro incontrava l'abbraccio delle labbra vaginali. Fu un attimo. Il pene violò quel segreto canale del piacere, penetrando la donna fino in profondità. Come un corpo estraneo, ne penetrava le carni, separando l'umida e sensibile mucosa vaginale. Il membro la riempiva completamente. Era una donna pienamente soddisfatta per la serata di sesso ed amore. Le anche di Lorenzo iniziarono a muoversi ritmicamente, facendo scivolare il duro membro nel sesso di lei e riempiendo di piacere le menti dei due amanti. I respiri si facevano simili, ansimando di piacere. Leggeri gemiti rompevano il suono del materasso che si piegava sotto i colpi penetranti di Lorenzo. Gli occhi di Sabrina erano tutto. Imperlati di lacrime, ingioiellavano un viso rosso di depravazione e voglia di sesso senza fine.
Lorenzo fece voltare Sabrina. La penetrà di colpo da dietro. Osservava il suo membro duro e lancinante scomparire nella fessura vaginale della donna, sentendo la forma della sua cappella eccitarsi ogni volta che frizionava lo stretto passaggio tra labbra e vagina. Si sentiva il rumore dei corpi bagnati che si univano scontrandosi ad ogni colpo. Il membro penetrava la ragazza, la quale immaginava quell'asta di carne entrarle ed uscirle dentro. Avrebbe tanto voluto essere a fianco di Lorenzo per vedere quel pene entrare ed uscire dal proprio corpo. I seni oscillavano ad ogni colpo. Lorenzo avrebbe succhiato per ore quei capezzoli nel vuoto, tirandoli dolcemente con i denti e mungendoli per ore. Il pene continuava a varcare le porte del paradiso sessuale, provocando brividi di piacere lungo la schiena, mentre Sabrina si inarcava e si contorceva per aumentare il piacere della continua penetrazione. Lorenzo quindi estrasse il suo membro, mise un preservativo e poi mise la mano sul sesso fradicio di Sabrina. Prese i suoi umori e bagnò ben bene l'ano maestosamente esposto della ragazza. Poi si mise in posizione, piegando le gambe e facendo forza sui muscoli. Appoggiò il pene all'ano ed iniziò a spingere gradualmente, mentre le mani appoggiate a quello splendido culo, ne allargavano le forma per favorire la penetrazione nello sfintere anale. Il pene entrò lentamente e Lorenzo lo osservava scomparire dell'ano e la pelle tirata frizionargli l'asta. Rimase tutto dentro per un tempo che sembrava infinito, eterno, senza alcun limite di tempo. Sabrina desiderava averlo in sè per sempre, desiderava camminare, correre, lavorare, mangiare, dormire con quel membro dentro di sè. Desiderava tantissimo girarsi, prendere quel cazzo stupendo e succhiarlo, mordicchiarlo, stringerlo... E lo sentì muoversi lentamente. Era Lorenzo a muovere le anche oppure era lei a oscillare su quell'asta del piacere immenso? Forse entrambi: Lorenzo iniziò a muoversi, penetrando lentamente l'ano della ragazza, che piegava il busto sul letto inarcando la schiena, ed esponendo meglio il suo lato B al piacere penetrante del maschio. Sentiva le gambe dell'uomo ritmicamente sbattere contro il suo fondoschiena ed a ogni colpo si sentiva mancare il respiro per un misto di dolore, eccitazione e piacere pornografico. Era al culmine del piacere, e non potè fare a meno di allungare una mano tra le gambe per masturbarsi il clitoride e l'interno del suo sesso oscenamente fradicio. Il cazzo continuava a fare sua quella splendida creatura femminile. Forse sarebbe stata anche l'ultima volta che l'avrebbe incontrata, e quindi Lorenzo si sentì avvampare di desiderio represso, aumentando la velocità e la forza della penetrazione. Lo sfintere anale era larghissimo. Facilmente Lorenzo poteva estrarre il pene e ripenetrarla. Vedeva il sudore imperlare la schiena della ragazza, e mentre la penetrava si chinò su di lei abbracciandola da dietro. Sabrina sentì il corpo dell'uomo adeso sulla pelle madida di sudore ed ebbe un tremendo brivido. Sentì le mani cercare i suoi seni e i suoi capezzoli. Sentì la sua dolcissima bocca baciarle il collo lateralmente, e ciò le metteva brividi infiniti che si univano al piacere indescrivibile del suo movimento nel culo.
Lorenzo uscì dall'ano. Si tolse il preservativo. Appoggiò il membro alla vagina bollente di Sabrina e riprese la penetrazione. Il pene scivolava con grande facilità nel sesso della donna, con le anche che colpivano ritmicamente facendo vibrare tutto l'essere di Sabrina. La mano di Lorenzo aiutava quella di Sabrina nella masturbazione del clitoride. Umori si spargevano sulla pelle dei due corpi e profumo di sesso si spargeva per la stanza. Sabrina volle cavalcare Lorenzo, dandogli le spalle così che lui potesse abbracciarla da dietro e palpare i seni. Lorenzo stringeva quel corpo deliziosamente femminile, dolce e allo stesso tempo selvaggio, angelico e depravato. Sentiva il pene dolcemente accolto nel sesso di lei. Si sdraiò e osservò la ragazza muoversi su e giù lentamente, per tutta la lunghezza dell'asta dura. Sabrina accarezzava i testicoli dell'uomo, un piacere che avvampava di penetrazione in penetrazione. Immaginava di vedere quell'asta turgida di carne penetrare nel suo sesso. Avrebbe voluto essere sdraiata a fianco di questa scena, e poter leccare proprio quel cazzo che le stava entrando dentro. Se lo immaginava nella vagina, entrare come in una stretta galleria e separare le pareti dando piacere durante la frizione. Si immaginava quella punta rosea, delicata e penetrante, proprio nel momento in cui come uno stantuffo le violava l'intimità.
Lorenzo stava per venire. Lo voleva dentro di sè. Strinse i muscoli vaginali, si mosse con maggiore ritmo, su e giù, per tutta la lunghezza del pene. Sentiva Lorenzo prepararsi per l'orgamso. Voleva che fosse forte, improvviso, lungo, pieno di sperma caldo e colante. Voleva che Lorenzo avesse un orgamso infinito. Avrebbe voluto stare ore inginocchiata sotto il suo cazzo che emetteva sperma di continuo. Perchè gli orgasmi dei maschi sono così follemente brevi? Perchè non durano minuti, ore? Avrebbe abbracciato quel pene mentre eiaculava sperma per tutta la giornata, dissetando la sua voglia di essere sporcata da quel liquido piacevole. Lorenzo venne. Sentì i colpi sincopati del suo corpo, che cercava di emettere sperma il più internamente possibile. Sì, Lorenzo. Riempimi di sperma tutta la vagina, riempimi il corpo, riempimi il cuore e la mente. Cadde sfinita sul letto, mentre Lorenzo si accostava tra le gambe e, leccandola, la preparava ad un orgasmo completo. Inarcò la schiena, stringendo le gambe. La testa di Lorenzo poteva essere premuta come una nocciolina, ma l'uomo continuava a leccare sapientemente la fessura bagnata di umore femminile e sperma. L'odore riempiva le narici e le menti. Venne. Ebbe un orgasmo intenso. Molto intenso. Una fotografia impressa per sempre nella mente.
Stettero tutta la notte abbracciati, sapendo che il giorno seguente avrebbero scopato ancora. Per lasciarsi. Per dirsi addio.
Si svegliarono insieme. Lorenzo allungò una mano verso i seni nudi di Sabrina. Si sorrisero.
Lorenzo, dopo una bella doccia, preparò il caffè, bevanda tutta nazionale che scaldava il cuore in una terra straniera.
Sabrina si alzò per bere e lavarsi. Appena uscì dal bagno, fu presa da Lorenzo. La voleva subito. A breve si sarebbero lasciati. Forse per sempre. La appoggiò contro una parete e iniziò a baciarla. Sabrina immediatamente si bagnò ed allargò le gambe. Lorenzo la penetrò subito. Il cazzo entrò nella fessura del piacere. La prese appoggiandola alla parete, con le gambe di lei che stringevano il suo corpo per non lasciarlo mai più. Sentiva la tensione muscolare, sentiva la penetrazione dall'alto, sentiva tutto il suo peso cadere su quella asta di carne dura, sentiva come una spada di fuoco penetrarle le carni. Era il fuoco della passione senza freni e senza calcoli. La voglia di lasciare tutto per un momento di sesso sublime. La voglia di sentire questo pene sconosciuto entrarle nel corpo e nell'anima.
Venne quasi subito, quasi urlando di voglia e di lussuria. Lorenzo le sfilò il membro e Sabrina lo prese con una mano. Lo masturbò con tanta forza e velocità, come a sfogare l'ingiustizia di non poterlo portare via per sempre. Lo frizionava guardando negli occhi il piacere immenso di quel ragazzo conosciuto in xhamster. Fu uno spruzzo solitario, lungo, gettato sul pavimento. Sabrina pulì con la lingua quel bellissimo cazzo, quel membro che tanto aveva voluto scopare. Ne ingoiò le gocce che uscivano dalla punta. Poi chinatasi leccò lo sperma a terra, ingoiandolo, mentre fissava gli occhi lucidi di Lorenzo.
Erano sicuri che avrebbero ancora scopato. Pechino dopo tutto è così vicina.

martedì 1 ottobre 2013

Harry Potter e il culo di Hermione

Anche quell’estate Harry Potter stava trascorrendo le vacanza in casa degli zii che, come sempre, non mancarono di ricordargli quanto dovesse essere grato per la loro ospitalità. Ormai Harry era adulto e non ne poteva più di stare chiuso in quella casa dove era malvoluto e soprattutto dove non aveva ragazze sotto mano. Dopo l’ultima avventura conclusa con la morte di Lord Voldemort, Harry era considerato un eroe da tutti gli alunni di Hogwarts che facevano a gara per congratularsi con lui e stare in sua compagnia. Le alunne poi se lo contendevano apertamente e per Harry era una vera cuccagna, le aveva tutte a sua disposizione e lui approfittava volentieri di tutto quel ben di dio. Aveva una sua personalissima classifica delle specialità delle appartenenti alle varie case, così le ragazze del Grifondoro erano le migliori a fare le seghe, mentre quello della Serpeverde lo facevano impazzire con i pompini, il culo più bello lo avevano quelle del Corvonero, la fica più accogliente le ragazze del Tassorosso. Non passava giorno che Harry non si facesse un’alunna, a volte anche due per volta, il massimo lo aveva però raggiunto quando si era scopato una ragazza volando sulla sua scopa da Quidditch. Quell’estate però Harry si era consumato la mano a furia di farsi seghe chiuso in camera sua pensando all’unica ragazza che non era riuscito a scoparsi: Hermione. La fidanzata del suo amico Ron era diventata il suo chiodo fisso. Si conoscevano da bambini ed avevano passato insieme mille avventure, poi Hermione si era innamorata di Ron e Harry Potter aveva preso atto della sua scelta, ma ora che erano cresciuti lei era diventata una fica da sballo con un culo da leggenda. E proprio il culo di Hermione era diventata la fissazione di Harry. Quante volte si era menato il cazzo pensando di infilarlo nel buco del culo di Hermione, quante volte aveva pensato a lei mentre si scopava le altre ragazze. Purtroppo Hermione era la ragazza del suo amico fraterno Ron e lui non poteva tradire così un’amicizia.

Finalmente l’estate terminò e, come al solito, si ritrovarono tutti al binario 9 e ¾ della stazione di King’s Cross per prendere il treno che li avrebbe condotti al Castello di Hogwarts. Il viaggio si rivelò una vera e propria tortura per Harry che assisteva nello scompartimento alle effusioni di Ron e Hermione, avrebbe volentieri voluto essere al posto del suo amico per baciare le labbra della ragazza e farsi fare un pompino. Ad un certo punto non potendo più res****re uscì dalla scompartimento e si chiuse nel bagno con una ragazza della casa Serpeverde che gli fece un pompino con ingoio che manco un dissennatore, ma Harry se ne accorse appena, preso com’era dal desiderio del culo di Hermione. Giunsero in serata al castello e si divisero nelle varie case. Dopo la cena ed il solito discorso di benvenuto si ritirarono nelle loro stanze. Harry era inquieto, il desiderio di Hermione e del suo culo era insopportabile, il solo pensiero glielo faceva diventare duro come l’acciaio e a nulla valse farsi l’ennesima sega. Decise che non poteva più andare avanti così: quel culo doveva essere suo. Uscì dalla sua stanza e si diresse verso le stanze delle ragazze, bussò piano alla porta della camera di Hermione e, quando la ragazza aprì la porta, la invitò ad uscire dicendole che doveva comunicarle una cosa della massima importanza. La condusse nella Camera dei Segreti e Harry si rinchiuse la porta alle spalle dopo aver controllato che nessuno li avesse seguiti. Hermione indossava solo una camicia da notte molto trasparente e Harry intravedeva benissimo sotto l’indumento le bellissime tette nude della ragazza con i capezzoli appuntiti. Posò poi lo sguardo sul culo di Hermione che era praticamente scoperto visto che indossava solo un minuscolo perizoma. La sola vista gli provocò un’erezione che gli gonfiò i pantaloni del pigiama facendo emergere il suo cazzo al di sotto dell’indumento. Hermione se ne accorse subito e gli chiese cosa avesse in tasca. “Proprio di questo volevo parlarti – rispose lui – siamo di nuovo in pericolo. Una nuova oscura minaccia incombe su tutti noi, qualcosa di inimmaginabile e di talmente potente da far impallidire il ricordo di Lord Voldemort.” Hermione lo guardò con occhi terrorizzati, era ancora viva nel suo animo la sofferenza provata nella guerra vittoriosa contro il signore oscuro, conclusasi da poco a prezzo di tante morti. Abbracciò forte Harry stringendosi a lui con quanta forza aveva in corpo. Ad Harry sembrò di impazzire, la abbracciò a sua volta facendo pian piano scendere la mano all’altezza del suo culo. “Non preoccuparti mia cara abbiamo un’arma molto potente che ci aiuterà a sconfiggere il male anche questa volta. Se ben ricordi abbiamo dovuto già usare le bacchette magiche di sambuco e di quercia per avere la meglio sul nostro nemico, ma questa volta ci vorrà una bacchetta molto più potente: la bacchetta di carne!” “E dove si trova questa bacchetta?” disse la ragazza. “Ne ho qua una io – rispose Harry – ma ha bisogno di essere attivata e potenziata.” “E come possiamo fare?” disse Hermione. “Occorre che sia infilata nel culo di una vergine.” “Ma io non sono vergine, – disse la ragazza – lo sai che con Ron ci diamo dentro.” “Basta che il culo sia vergine – rispose Harry – il tuo lo è?” “Sì – disse Hermione – a Ron non lo ho ancora dato.” “Vuoi sacrificarti per il bene di tutti – le chiese Harry – come sacrifico io la mia bacchetta?” “Certo, Harry, farò tutto quello che occorre.” A quel punto Harry Potter si sbottonò i pantaloni del pigiama calandoseli alle caviglie e mettendo in mostra il suo cazzo duro ed eretto. “Ecco, Hermione, questa è la bacchetta che ci farà vincere anche questa volta. Diamo inizio all’incantesimo di attivazione e potenziamento.” “Cosa dobbiamo fare?” chiese la ragazza. “Per prima cosa deve essere bagnata con la saliva di una vergine.” “Ma già ti ho detto che non lo sono.” “Basta il culo intatto, Hermione. Ecco prendilo in bocca e leccalo ben bene.” La ragazza fece come le era stato chiesto, si inginocchiò e si mise in bocca il cazzo di Harry, cominciando a leccarlo. Harry vide che Hermione ci metteva tutto il suo impegno e le pose in testa entrambe le mani guidandola nel movimento. Dopo qualche istante le chiese di alzarsi in piedi e di stendersi sul divano che era nella stanza. Le sollevò la camicia da notte e le sfilò le mutandine. La fica di Hermione si rivelò in tutta la sua bellezza. Harry ci infilò subito il suo cazzo e cominciò a spingere. “Harry, ma non doveva essere attivata nel culo? Lì non sono vergine” osservò la ragazza. “E’ meglio che facciamo una doppia attivazione – rispose Harry – non si sa mai, per ora la attivo qui poi te lo metto nel culo.” “Va bene Harry, tu sai cosa fare.” Harry continuò a stantuffare nella fica di Hermione afferrandole le tette con le mani e stuzzicandole i capezzoli, poi glieli leccò succhiandoli avidamente. Alla fine decise che era il momento di prenderla da dietro. Si staccò da lei e la fece girare a pancia in sotto. Rimase incantato dalla perfezione del culo di Hermione, lo accarezzo a lungo, poi con le dita dischiuse le soffici natiche rivelando il delizioso buchetto che come un fiore si celava fra le due semisfere. Lo baciò e con la lingua esplorò ogni millimetro di quella rosa di carne. Hermione mugolava di piacere e si protendeva verso di lui offrendogli il premio tanto ambito. Harry prese il suo cazzo e lo puntò verso il buco del culo della ragazza iniziando a spingere per allargarlo. Hermione emise un lieve lamento ma subito lo rassicurò dicendogli “Forza Harry attiviamo questa bacchetta magica.” Harry Potter incoraggiato dall’invito della ragazza spinse con energia fino in fondo penetrando nei reconditi anfratti del culo di Hermione. Finalmente! Da quanto tempo aveva sognato di sfondare quel culo! Quante seghe si era tirato al solo pensiero. Ed ora era lì, dentro di lei. Harry cominciò a stantuffare nel culo dell’amica con tutta la forza di cui era capace, puntò i piedi a terra per fare più forza e spingere il suo cazzo fino in fondo. Hermione gridava per il godimento che provava nell’essere violata dal cazzo del maghetto che la pompava senza requie. All’improvviso Harry con un ultimo colpo di reni le venne nel culo gridando “Ecco la pozione dei desideri!” Si separarono esausti per l’amplesso selvaggio appena concluso e si stesero sul divano. Hermione guardò Harry negli occhi e gli disse “Leccami la fica che non sono ancora venuta.” Il maghetto non se lo fece ripetere due volte e inginocchiatosi le spalanco le gambe affondando la testa nella fica di Hermione. Cominciò a leccare le grandi labbra e poi, deciso, ficcò la lingua dentro alla ricerca del suo punto del piacere. Per lunghi istanti nella stanza risuonò solo il rumore della lingua di Harry che freneticamente percorreva la vulva della ragazza. Poi finalmente Hermione contrasse i muscoli imprigionando la testa di Harry tra le sue gambe e si lasciò andare ad un orgasmo liberatorio. Quindi rilassò le gambe liberandolo. Harry si rimise in piedi e vide che tutto quel leccare gli aveva fatto diventare di nuovo il cazzo duro, senza dare il tempo alla ragazza di muoversi, si insinuò tra quelle gambe spalancate e affondò la sua verga magica nella fica spalancata di Hermione che non oppose resistenza lasciandolo fare. Il maghetto cominciò a stantuffare nella fica di Hermione abbondantemente lubrificata e stette a lungo a pompare in quella caverna carnosa finché sentì di stare per venire. Estrasse il cazzo dalla fica della ragazza e le venne sulla pancia inondandola di sperma caldo. Finalmente, soddisfatto, si stese accanto a lei. Quando si furono ripresi e rivestiti Harry disse ad Hermione: “Dovremo ripetere questo incantesimo spesso per mantenere sempre efficiente la mia bacchetta magica, perché non sappiamo quando il nuovo nemico ci attaccherà.” “Sono pienamente d’accordo Harry, facciamolo spesso” rispose lei. “Un’altra cosa – disse Harry Potter – a Ron è meglio che non diciamo nulla, non capirebbe.”

Il nostro primo incontro (Bull e Sweet)

Era lì, in piedi di fronte a lui …sorpresa come mai, perché aveva accettato quell’incontro, perché … ancora non riusciva a spiegarselo... lei così intrigata ma anche così timorosa … così provocatoria ma anche così restia …lui con due dita le alzò il mento … “se vuoi sei libera di andartene” … lei sentì forte l’impulso di girarsi e infilarsi in macchina e scappare … lei, che aveva messo tutta una cura particolare nel vestirsi quella sera, lei che aveva sognato di stupirlo con quell’abbigliamento così fetish ... ora voleva scappare … “no – disse – no, rimango … andiamo!” C’era in programma una cena a casa di lui …”nello scannatoio” – pensò lei sorridendo – eh si … entrerò a far parte della rosa delle sue conquiste!” …poche parole durante il viaggio, lui le sfiorò appena la seta delle autoreggenti, null’altro … lei fumava, girata spesso verso il finestrino … e si teneva il cappotto chiuso perché non si vedesse troppo quel fantastico mini abito in latex nero … che lui aveva già adocchiato al momento delle presentazioni!
Arrivarono così a destinazione … lui cercò di metterla a proprio agio cercando di ovviare a quell’evidente imbarazzo che era parte di entrambi ... le offrì un calice di ottimo vino rosso … la fece accomodare, mentre iniziava a preparare la cena … lei aspettò che lui si voltasse e si tolse finalmente il cappotto … Dio che meraviglia!!!! Quel vestitino in latex, quelle autoreggenti velate, di seta … quelle scarpe con quegli altissimi tacchi a spillo … lui si voltò …si bloccò … lei sorrise allo sguardo incredulo di lui che si avvicinò e si accucciò davanti a lei, seduta comodamente sul divano ... “sei un po’ più tranquilla?”… lei annuì, ma non era vero … lui le prese le mani, la tirò a sé e la baciò … un bacio a dir poco sconvolgente, di quelli che fanno perdere ogni contatto con la realtà … trovò giusto la forza per dirgli …“attento … gli spaghetti scuociono!!”
In realtà erano già scotti, ma tanto nessuno dei due pensava più al cibo … mangiarono poco e senza appetito … parlando con imbarazzo … lei abbassava gli occhi … lui rideva … lei accennava qualche colpo di tosse … si arrivò alla frutta … una bellissima hawayana con cioccolato fuso … un desiderio forte l’uno dell’altra era ormai tangibile, quasi si poteva toccare … lui prese una fetta di papaya coperta di cioccolato, la fissò negli occhi e si avvicinò … le divaricò leggermente le gambe e spostò appena il perizoma … la penetrò con quel frutto … lei gettò la testa all’indietro e socchiuse gli occhi … “Dio che sensazione bellissima!” … dopo la stessa cosa con una fragola … con la banana … frutti che subito dopo lui metteva in bocca e assaporava …”Dimmi che ti piace!” … “mi stai facendo impazzire!” … lui le infilò un’altra fragola, si chinò e avvicinò le sue labbra a quelle stupende labbra che ormai sapevano di cioccolato e di frutta e iniziò a mangiare quella fragola proprio là …nel posto in cui l’aveva posizionata …mangiava quella fragola e la fissava e lei si sentiva sciogliere … raggiunse in poco tempo un orgasmo incredibile … lui la prese per mano ... l’avvicino a sé… la strinse e le sue mani erano ovunque in un momento … lei continuava a bagnarsi in maniera incredibile … un orgasmo incredibilmente continuo … lei cercò con le mani lui … sentì un’erezione pazzesca … gli slacciò i pantaloni con frenesia … si abbassò davanti a lui cercando con le labbra lo strumento di quel piacere senza misura … con quelle labbra che fremendo lo trovarono, e, avide, lo fecero loro e così continuarono con un ritmo che era impossibile frenare e che stava procurando ad entrambi un qualcosa di piacevolmente grande ed indescrivibile … lui la prese per le braccia, la girò e la appoggiò alla tavola ancora apparecchiata … la penetrò e lei rimase senza fiato … la teneva per i fianchi e la possedeva … la possedeva e la possedeva ancora … e lei continuava a raggiungere orgasmi così ravvicinati da sembrare sempre lo stesso orgasmo … “Si, si ti prego, prendimi ancora … non smettere …ti voglio!!!!” … lei sentì che lui stava per inondarla del suo piacere e si scostò porgendogli nuovamente le labbra … giusto in tempo per accogliere avidamente tutto ciò che lui le offrì in quel momento … caddero insieme sul divano, stremati da quel piacere enorme … felici e soddisfatti … ansimanti … “Che dici? – disse lui – ci rivedremo?” … lei lo guardò e annuì sorridente … “Certo…ci rivedremo!”